Hanno scritto i nostri Vescovi: «Accogliere il povero, il malato, lo straniero, il carcerato è infatti fargli spazio nel proprio tempo, nella propria casa, nelle proprie amicizie, nella propria città e nelle proprie leggi. La carità è molto più impegnativa di una beneficenza occasionale: la prima coinvolge e crea un legame, la seconda si accontenta di un gesto».(ETC n. 39).
Nella società, oggi, i bisogni della persona sono tanti e diversificati e altrettanti sono i modi per prendersi cura dei propri fratelli e sorelle che vivono situazioni di disagio.
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