Contrasto alle povertà

  • CENTRO DI ASCOLTO DIOCESANO

Il centro di ascolto è uno strumento che si propone di superare una logica assistenziale, per assumere una concezione promozionale e progettuale affinché le persone ritrovino fiducia in se stesse e negli altri, prendano coscienza della propria situazione e riescano a stabilire relazioni costruttive.

Il centro di ascolto diocesano intende:

  • contribuire a far crescere nella comunità uno stile di “prossimità” attento alla persona, capace di valorizzare le relazioni umane;
  • non risolvere tutti i problemi ma esprimere il primato dell’ascolto come strumento di promozione alla persona;
  • aiutare le persone a raggiungere la propria indipendenza;
  • orientarsi verso altre realtà per ricevere una risposta specifica;
  • prestare attenzione alla persona più che al bisogno di cui è portatrice.

Quindi, l’ascolto è imprescindibile nell’esistenza di una comunità cristiana, esso è un atteggiamento che deve radicarsi in ogni sua espressione di vita, in quanto indispensabile per favorire la costruzione di relazioni ricche di attenzione, fraternità e comunione, esso inoltre rende la comunità capace di essere costantemente attenta e accogliente nei confronti dei tanti poveri che la interpellano.

Finalità

Ascoltare: colloquiare con la massima disponibilità sia nella sede del centro che in altri possibili luoghi di incontro (dalla strada al bar alla stazione), mettere a proprio agio la persona che si rivolge al servizio, comprenderne la situazione globale e quella contestuale in cui la persona vive.

Coinvolgere: anzitutto chi è nel bisogno stimolandone il cambiamento e le realtà già presenti sul territorio: istituzioni pubbliche, parrocchie, associazioni di volontariato; per trovare una possibile soluzione al bisogno dell’utente. Si accompagna (telefonata, presentazione, compagnia) la persona stessa alla struttura e al servizio più idoneo per la soluzione dei suoi bisogni.

Presa in carico: la persona in difficoltà sperimenta, nell’ambito delle relazioni interpersonali e sociali, la mancanza di punti di riferimento precisi di interlocutori che, con il loro intervento, restituiscano la speranza di un cambiamento e offrano autentica solidarietà.

“Farsi carico” significa stabilire una relazione con la persona, accompagnandola nella ricerca delle risposte, sostenendola nei tentativi di soluzione, formulando insieme a lei un progetto che tenga conto della sua situazione e delle risorse attivabili, aiutandola a porsi degli obiettivi realistici, graduali e verificabili, nella consapevolezza che non sempre si può e si deve risolvere tutto, evitando la cosiddetta “sindrome del soccorritore”.

  • SERVIZI PRIMARI

La Mensa – in tutti questi anni – ha sempre rappresentato un punto molto importante dell’attività sociale svolta dalla Caritas. Dal 2003, a seguito della ristrutturazione dei locali dell’Istituto Gesù e Maria, è avvenuto il trasferimento alla sede attuale. Spazi più ampi con più possibilità di accoglienza. Una nuova struttura per rinnovare una vecchia vocazione: la carità.

Ogni giorno la Mensa dei Poveri offre, ogni giorno, 365 giorni l’anno pasti a coloro che ne hanno bisogno, spesso, gli ultimi della società… Se loro si sentono ultimi, però, nella carità sono primi e come primi vengono serviti con rispetto e dignità. Quella dignità che difficilmente riescono a ritrovare nella società di tutti i giorni. La Mensa, comunque, non è solo un luogo in cui saziare un bisogno primario.

Anzi, insieme ai volontari si cerca continuamente di stabilire un rapporto più forte e duraturo con chi di rapporti ne ha persi troppi e troppe sono le sofferenze che si porta dietro.

All’interno della Cittadella inoltre è attivo un servizio docce. Due volte la settimana è possibile lavarsi e ricevere un cambio di abiti puliti.