Il progetto apri (Accogliere, proteggere, promuovere, Integrare) è un’iniziativa nazionale di Caritas Italiana, finalizzata a creare migliori condizioni di integrazione per i migranti, presenti sul nostro territorio rafforzando il loro percorso di autonomia, attraverso la sensibilizzazione delle comunità.
La nostra Caritas diocesana da circa un anno ha aderito al progetto. Nonostante l’emergenza Covid-19 abbia aumentato la paura dell’altro e la tentazione del “si salvi chi può” sia davvero forte, abbiamo avuto modo di incontrare e confrontarci con famiglie che hanno intuito la ricchezza della diversità e hanno investito sull’apertura e la condivisione, anche del proprio tetto, come antidoto al virus della paura, che imbruttisce le persone. Al momento la Diocesi ha attivato quattro accoglienze, di cui tre famiglie in appartamento autonomo e un ragazzo singolo, ospite in famiglia. Tutte loro sono accompagnate in questo percorso da famiglie tutor che hanno deciso di mettersi in gioco, spinti dal desiderio di voler dare, ma soprattutto ponendosi in una condizione di scambio reciproco, scelta decisamente in controtendenza con il momento storico, che vede il modello dell’altro, soprattutto del diverso, come un nemico, come colui che vuole togliere il mio benessere. Agli occhi della gente fermarsi ad aiutare qualcuno già può essere visto come sconveniente, a maggior ragione se si tratta di stranieri.
A dimostrazione che il bene in qualsiasi forma vince sempre, abbiamo chiesto, dopo sei mesi dall’attivazione della prima accoglienza, ai protagonisti un pensiero che sintetizzi quanto vissuto fino ad oggi, accompagnati dalla scelta di uno scatto fotografico che immortala momenti felici.